Iva Baracco nasce ad Alba (CN) nel 1949; i suoi genitori si trasferiscono a Genova nel 1951.
Delle sue origini piemontesi ricorda ben poco, rimane la memoria delle estati trascorse in campagna, di usanze contadine oramai scomparse e dell'affetto profondo che la legava alla nonna materna.
Laureatasi in Lettere nel 1972, comincia a insegnare giovanissima: la scuola l'appassiona, il rapporto personale con i ragazzi la gratifica.
Coltiva molti interessi, tra cui il ricamo, che costituisce una tradizione di famiglia.
Negli anni Settanta visita a Chiavari, a Palazzo Rocca, una mostra in cui sono esposti meravigliosi asciugamani a macramè, ne rimane affascinata, vorrebbe apprenderne la tecnica, ma impegni di lavoro e di famiglia non glielo consentono.
Conclusa la carriera scolastica, può finalmente realizzare tanti sogni giovanili, tra questi la lavorazione a macramè.
Frequenta per due anni corsi relativi all'arte dei nodi, decide poi di approfondire le sue competenze in questo ambito: consulta testi antichi, visita mostre relative al settore, osserva merlettaie al lavoro, cercando di carpire qualche "segreto" che ancora non conosce; di grande aiuto, in questa fase di perfezionamento, sono per lei Joanna Jacobs e Felicina Pastorino, che, con generosa disponibilità, la rendono partecipe delle loro conoscenze.
Nel frattempo lavora moltissimo: realizza asciugamani, strisce da tavolo, coprivassoi, bouquets di fiori, nappine e altro ancora.
Nel 2005 partecipa al concorso indetto dalla Scuola "Bolsena Ricama", dal titolo:"Un sottopiatto per la tavola"; la sua realizzazione viene premiata.
Ha partecipato in questi anni ad altri concorsi, ottenendo premi e riconoscimenti. Da questo momento si apre un capitolo nuovo della sua vita: l'insegnamento del macramè.
La sperimentazione continua, ama utilizzare nuovi tessuti e nuovi filati, rielabora disegni tradizionali, arricchisce i suoi manufatti con ricami (per questo frequenta corsi intensivi tenuti da esperte del settore), ma i suoi lavori, pur con innovazioni, seguono la scuola del macramè di Chiavari, ritenuto da lei il più raffinato, la più alta espressione artistica di questa tecnica.
Presentazione della Dott.ssa Loredana Pessa
Conservatore delle Civiche Collezioni Tessili di Genova, al libro:
"L'arte del macramè tradizone e innovazione"
di Iva Baracco
Lo straordinario mondo delle arti decorative ha sempre tratto alimento da un patrimonio di conoscenze tecniche custodito e tramandato all'interno delle botteghe.
Poco numerosi, nei secoli passati, i trattati e i ricettari nei quali questi segreti di mestiere sono stati oggetto di divulgazione, spesso con un linguaggio da iniziati riservato agli addetti ai lavori. In misura maggiore questo è avvenuto per l'arte del merletto, praticata da donne che non erano raggruppate e in qualche modo protette da una corporazione e che spesso esercitavano il loro paziente lavoro all'interno delle mura domestiche, tra le varie incombenze famigliari.
Se la produzione di pizzi ad ago e a fuselli rimane in qualche modo confinata nell'ombra del "lavoro sommerso", la lavorazione del merletto a nodi, il macramè, presenta una fisionomia ancora più misteriosa.
Di origini probabilmente più antiche rispetto agli altri tipi di merletto, il macramè, destinato in prevalenza alla decorazione della biancheria domestica, ha lasciato tracce esilissime nei documenti d'archivio e nelle fonti bibliografiche. A differenza di quanto è avvenuto per i ricami e le delicate trine utilizzate per gli abiti degli aristocratici, mancano completamente i libri di modelli e non è mai stata rintracciata alcuna descrizione o raccolta di precetti su questa difficile tecnica.
Proprio per questo colpisce ancora di più la grande vitalità di quest'arte che in Liguria ha raggiunto livelli elevatissimi, grazie alla continuità di una tradizione tecnica che si è miracolosamente tramandata attraverso i secoli.
Il bel volume di Iva Baracco si propone di far uscire allo scoperto questa tradizione, basata su di una raffinata sapienza artigianale e sulla conoscenza di "segreti" tecnici destinati a perire inesorabilmente in mancanza di un'adeguata diffusione.
Spinta da un'autentica passione, che l'ha portata a padroneggiare perfettamente la tecnica del pizzo a nodi, l'Autrice ha sentito profondamente l'esigenza di offrire il suo contributo affinché l'arte del macramè ligure possa uscire dal chiuso delle pareti domestiche.
Il libro è nato da una ricerca puntigliosa – che ha comportato difficoltà talvolta assai ardue – ed è animato da un'unica grande aspirazione: far conoscere ed amare il macramè nel mondo e fornire gli strumenti perché possa continuare la sua storia.